di Miriam B.
Il Sollievo del perdono
C’era silenzio: una calma quiete accarezzava volontariamente l’ambiente circostante e la pace pian piano aveva conquistato tutti. Renzo teneva gli occhi socchiusi nella speranza di non dover più rivedere la tragica scena che si stava svolgendo davanti a lui e nel mentre recitava la sua preghiera ad alta voce convinto che Don Rodrigo potesse sentirlo.
D’un tratto si interruppe e aprì gli occhi. Renzo sapeva di doverlo fare, lo sentiva come suo dovere, qualcosa che appartenesse solo a lui, che potesse venire solo da lui: il perdono. Il giovane era a conoscenza del male che quell’uomo gli aveva fatto pugnalandolo alle spalle, di quanto avesse sofferto per la sua amata e per amarla, ma dopotutto, pensò, quest’uomo non è altro che un uomo infelice e triste, che mai, pur provando, è riuscito a capire sé stesso, ad accettarsi per quel che è.
Così, appena quel pensiero svanì, giunse di nuovo le mani e disse: “Io so, don Rodrigo, quanto tu sia stato crudele con me, ma riflettendo, ho capito che persona sei in realtà e per questo sento che tu vai perdonato. Per me ogni uomo va perdonato, anche se incosciente di sé e delle proprie azioni. Se osservo le mie emozioni, mi rendo conto che dentro di me rimarrà un senso di rabbia, vendetta e tristezza, ma nel momento in cui proverò uno di questi sentimenti, lo soffocherò senza rimuginare sulle mie ferite del passato, perché non ne avrò più bisogno. Per questo io ti perdono”.
Dopo queste parole, il silenzio tornò tra di loro finché Don Rodrigo aprì delicatamente gli occhi, schiuse le labbra secche e pronunciò un lievissimo grazie. Una fresca sensazione di vento fece volar via la lacrima che scendeva piano sul volto dell’uomo che si fece trasportare dal delicato sollievo del perdono.
Saper perdonare
di Marta T.
Renzo stette per un po’ immobile a fissare l’ammalato, riflettendo sulle parole di fra Cristoforo. Poi si avvicinò cautamente al letto e cominciò a dire: “ Dopo ciò che hai fatto ti direi le parole peggiori, ti manderei
addirittura all’Inferno, ma nelle condizioni in cui stai in questo momento, sofferente e dolorante, non mi sento di stare qui a renderti ancor più triste. Anzi voglio alleviare il tuo dolore e donarti un po’ di serenità…”.
Mentre diceva quest’ultima frase si accovacciò e si avvicinò ancora di più a Don Rodrigo. Parlando ancor più dolcemente e come se avesse davanti un caro amico, riprese: “Nonostante tu sia stato la causa delle disavventure mie e di Lucia, abbia impedito il nostro matrimonio, ci abbia “costretto” a partire, io ti perdono e ti auguro con tutto il mio cuore di
guarire, Don Rodrigo.” Appena ebbe finito di parlare il malato mosse lievemente le labbra e cominciò a mormorare senza fiato: “Mi pento di ciò che ho fatto e ti ringrazio per il tuo perdono. Ora potrò morire in pace.” Detto questo ritornò alla posizione in cui Renzo lo aveva trovato come se non fosse successo niente.