di Giulia V.
Brad Cohen è un ragazzino intelligente e sveglio, amante del baseball e dei giochi all’aria aperta, un bambino come tutti gli altri, se non fosse che ogni tanto fa dei versi insensati e dei movimenti involontari come dei tic, impossibili da controllare. Medici e i genitori pensano a un bisogno di attenzione, ma grazie alla tenacia della madre, si scopre che questi sintomi appartengono alla sindrome di Tourette, un disturbo neurologico conosciuto ma raro.
Per Brad e per chi gli sta accanto i sintomi di questa sindrome sono elemento di grande disagio, è deriso dai compagni di classe e non tollerato da maestri e professori che lo reputano un elemento di disturbo durante lo svolgimento delle lezioni. Comincia ad odiare il mondo della scuola fino all’incontro con un preside capace di fargli cambiare idea e approccio, tanto da far nascere in lui il desiderio di diventare un insegnante. Una volta adulto, non sarà però facile scontrarsi con l’ottusità di coloro che lo rifiuteranno in più di dieci differenti scuole, negandogli la possibilità di dimostrare le sue capacità di insegnamento.
Nel film sono evidenti due atteggiamenti: quello di chi si sforza di capire la situazione e vedere Brad al di là della sindrome e quello di coloro per i quali il fastidio, il pregiudizio e la chiusura alla diversità prevalgono. Grazie a una grande determinazione e a chi crede in lui, Brad riesce a diventare un adulto sereno e a realizzare il suo sogno.
Il protagonista colpisce per la sua capacità di accettare quella che lui chiama la fedele compagna, la sindrome di Tourette. Brad trasforma la sua disabilità in un’opportunità per dimostrare a se stesso e agli altri che, nonostante il suo handicap, si può vivere una vita piena per raggiungere i propri obiettivi: diventare un bravo insegnante, capace di dare a ogni alunno ciò di cui ha bisogno, “l’insegnante che non ha mai avuto”.
Il messaggio che trasmette è di non arrendersi di fronte alle difficoltà, anche quando sembrano insormontabili.
Dobbiamo fare tutti come Brad, non dobbiamo mollare mai.